sabato 4 novembre 2017

[Release Blitz] [Recensione] "Fight For Life" di Rosa Campanile

Cari Sognalettori,
è per me un vero piacere poter ospitare oggi questa tappa del "Reales Blitz" del romanzo "Fight For Life" di Rosa Campanile. Un'avventura a tutti gli effetti che mi ha piacevolmente tenuto compagnia negli ultimi giorni, ma non solo...vi dirò tutto nella recensione che troverete poco più sotto ^-^


Fight For Life
Rosa Campanile







Genere: Romance Post-apocalittico
Prezzo: Ebook 1,99 €
Pagine: 232
Terminato di leggere il: 27/10/2017

Trama: Intrappolata a Cincinnati con altri sopravvissuti, Natalia Landreaux è disposta a tutto pur di non morire divorata dagli infetti che hanno distrutto la civiltà, anche correre rischi indicibili per trasmettere un ultimo, disperato messaggio d'aiuto. In pericolo non c’è solo la sua vita, ma anche il prezioso lavoro del fratello Edoardo. La richiesta di soccorso giunge appena in tempo e mette in crisi il genio informatico Joe Collins. La vita di Joe insieme alla sua nuova famiglia nella Città Sicura di Leons Town è tranquilla, quasi perfetta, ma la missione di salvataggio che richiama in campo lui e Panzer dopo un lungo periodo di assenza, rischia di frantumare quel fragile equilibrio a cui tiene tanto. Eppure, nonostante le perplessità, Joe sa qual è la cosa giusta da fare. Mentre un nemico più pericoloso e scaltro che mai si prepara ad attaccare, ombre del passato minacciano di distruggere la normalità tanto inseguita da Joe e Natalia. Non sarà facile affatto facile far funzionare la loro strana relazione in un mondo invaso dagli zombie mutanti. Per riuscirci, dovranno solo ricordare che vale sempre la pena combattere per vivere e per amare.
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LA SERIE DIE LOVE RISE
#1 Die Love Rise (autoconclusivo)
#1.5 Dare to love (novella spin-off)
#2 Fight for life (autoconclusivo)

TEASER GRAFICO

LEGGI IL PRIMO CAPITOLO

NATALIA
12 Aprile 2090 – Cincinnati, Ohio.
«Andiamo, muovitiii…»
Ciò che stavo facendo era di fondamentale importanza. Cascasse il mondo, dovevo riuscire a inviare il messaggio. In teoria di trattava di un’operazione semplice, eppure tante cose potevano andare storte. Con la sfortuna che mi ritrovavo, la connessione online sarebbe saltata prima che il video fosse caricato completamente o che il contenuto arrivasse a destinazione. O peggio ancora, potevo essere beccata da un momento all’altro.
Con il ginocchio destro che saltellava nervosamente su e giù, aspettavo che la barra verde che indicava il caricamento dell’allegato terminasse di riempirsi, mentre pregavo che filasse tutto liscio. Gocce di sudore colavano lungo il collo, ed era colpa dell’ansia che mi attanagliava se mi tremavano i denti, non dell’aria gelata che mi soffiava sulla pelle.
Controllai l’ora. Mi trovavo nell’unica sala computer dell’edificio da soli tre minuti. Troppo pochi per connettere il tablet olografico alla rete, scrivere il messaggio con le coordinate, caricare il video che avevo preparato settimane fa, inviarlo e cancellare le mie tracce. Purtroppo, questa era l’unica chance che avevo e se non ce la facevo oggi, non pensavo avrei avuto una seconda possibilità da sfruttare tanto presto.
Solo quel pomeriggio infatti ero riuscita a recuperare il pass per poter accedere alla sala server, quello di Johnny McKee, che per puro caso – e con caso intendevo una confezione di collirio versata nel suo caffè mattutino – si trovava in infermeria piegato in due per colpa di una brutta indigestione. Era bastato ispezionare la sua giacca, con la complicità di Noah ovviamente, per rubare la sua tessera.
Uno scricchiolio diverso dal tipico ronzare dei computer mi fece sobbalzare nella mia stessa pelle. Accidenti. 
Ti prego, fa’ che non sia lui.
Grazie al cielo l’upload dei dati terminò prima che mi venisse un infarto, così riuscii a spedire l’equivalente digitale di un s.o.s. in bottiglia nella vastità del web. Eddie era un genio, aveva un sacco di interessi e mi aveva insegnato un paio di trucchetti base da aspirante hacker che, chi l’avrebbe mai detto, mi erano tornati utilissimi, permettendomi di inviare il mio video messaggio ovunque. Qualsiasi cavolo di dispositivo collegato online lo avrebbe ricevuto.
Una volta finito, disconnessi il tablet dal computer che stavo utilizzando senza averne l’autorizzazione, lo ridussi a una barretta della dimensione di uno snack e lo nascosi nella tasca dei pantaloni. Cancellai ogni traccia del mio passaggio e un minuto dopo ero fuori dalla sala – debitamente chiusa a chiave – a passeggiare nel corridoio per fortuna deserto come se non avessi un solo problema al mondo.
Avrei pure continuato a far finta che fosse la verità, se non fossi incappata in colui che non volevo incontrare.
«Guarda guarda chi abbiamo qui. La piccola Natalia.»
Gavin Tursten si avvicinò con un sorrisino allegro stampato in faccia. Come tutti gli abitanti del complesso, indossava una maglietta a maniche corte e dei pantaloni neri che ne esaltavano il fisico longilineo e muscoloso, il suo vanto maggiore oltre all’amatissimo ciuffo di capelli neri tenuto all’insù. Alla cintura portava appese due pistole semiautomatiche e un manganello elettronico, oggetti che, a differenza dei vestiti, non tutti possedevamo purtroppo.
«Tursten.» Lo salutai solo perché dovevo. Feci per oltrepassarlo, ma per mia sfortuna lui si spostò di lato, bloccandomi il passaggio. Merda.
Mi sforzai di restare calma. Se avesse scoperto cosa aveva appena combinato, me l’avrebbe fatta pagare cara, non avevo dubbi. Dietro la falsa educazione e l’atteggiamento spavaldo di chi sa di essere in cima alla catena di comando, Gavin Tursten era una iena spietata e crudele. Se gli lasciavo anche solo intuire che riusciva a intimorirmi (e per quanto avessi voluto negarlo, ci riusciva eccome), ne avrebbe approfittato alla grande e io non potevo permettermi di soccombere. La vita era troppo breve per lasciarsi comandare a bacchetta da un bulletto troppo cresciuto, e comunque, nel nostro mondo esistevano pericoli peggiori di lui.
«Ehi, ehi, quanta fretta! Perchè non resti a farmi compagnia?»
«Mi spiace» risposi con il tono più compassato che mi riusciva di fare. «Noah mi sta aspettando, devo dargli una mano per l’inventario e sono già in ritardo.»
«Sempre dovere e mai piacere, eh. Che peccato» replicò Tursten sembrando dispiaciuto. Quasi dispiaciuto. Si accostò un altro po’ – il concetto di spazio privato non esisteva per lui – tanto che la punta del suo naso arrivò a un soffio dalla mia guancia. Con la coda dell’occhio vidi che si leccava le labbra e un brivido di paura mi fece irrigidire.
Sapevo di piacergli. No, piacergli non era la parola giusta: lui mi voleva. Desiderava possedermi come si possiede un oggetto, come l’ennesimo simbolo di uno status quo all’interno della nostra piccola comunità che solo per lui contava veramente qualcosa. Gavin era consapevole di non potermi avere, non nello stesso modo in cui aveva avuto Pam e le altre che erano passate nel suo letto, più o meno volontariamente, e ciò lo infastidiva parecchio. Ma finché lui e tutti gli altri pensavano che stessi con Noah, che reggeva il gioco per proteggermi, sarebbe andato tutto bene. Almeno speravo.
E se quel cavolo di messaggio fosse arrivato dove doveva arrivare, ero sicura che non saremmo rimasti in questa claustrofobica prigione ancora a lungo, così non avrei più dovuto preoccuparmi di Gavin e delle sue occhiate viscide.
«Magari la prossima volta, che ne dici?» continuò lui, data la mia mancanza di reazioni. «Non riusciamo mai a passare un po’ di tempo soli io e te…»
Neanche morta. Preferivo mille volte andare a cena con un mutante, piuttosto che trascorrere di mia spontanea volontà del tempo con Gavin.
Non diedi una vera risposta alla sua proposta. «Devo andare.» I suoi occhi neri, che avrebbero potuto essere belli se non fosse stato per quella scintilla di crudeltà a malapena celata, mi percorsero avidi e indecenti, soffermandosi con insistenza sul mio seno. «Noah mi aspetta» ripetei, respirando piano, nel timore che potesse notare il cordoncino che portavo al collo al momento nascosto sotto la camicia.
«Quello stupido secchione» commentò Gavin con un mezzo ghigno cattivo. «Prima o poi ti deciderai a stare con un vero uomo. E ti piacerà così tanto che non potrai farne più a meno.» 
Repressi un conato di vomito. «Stai insinuando che Noah non lo è?» replicai, sbagliando. Accidentaccio a me, perché gli stavo dando corda?
La mia reazione sembrò divertirlo. «Piccola», mormorò mentre con l’indice spostava una ciocca dei miei capelli sfuggita all’elastico, «sappiamo tutt’e due che non è un vero uomo uno a cui piace succhiare il cazzo.»
Odiavo che mi chiamasse piccola, che fosse un omofobo di merda e uno stronzo arrogante. Ma più di tutto, odiavo che mi toccasse.
E pareva che Gavin sapesse che lo detestavo, ma evidentemente non gliene importava un cazzo.
«Quando sarai pronta per farti scopare come si deve, bussa alla mia porta.» Mi fece l’occhiolino e, senza aspettare una risposta, si mise da parte per lasciarmi passare. 
Finalmente potei tornare a respirare. Purtroppo non andai molto lontano che Tursten mi fermò di nuovo. 
«Natalia?»
Mi voltai a guardarlo, restando in silenzio. Cos’altro voleva ancora?
«Per quanto mi piaccia vedere il tuo bel culetto, non voglio più beccarti a gironzolare in quest’ala. È un’area riservata, e lo sai benissimo. Potrei non essere gentile, la prossima volta.» Passò con lentezza il palmo sulla cintura, a ricordarmi che solo uno tra noi due era armato e privo di scrupoli. «Mi hai capito bene, piccola?»
Annuii una sola volta. Feci un passo indietro, poi un altro e infine mi voltai per andarmene. Il peso del suo sguardo dietro la schiena indugiò anche quando ormai ero più che certa che Gavin non mi stesse guardando. 
Camminai piano fino a quando non fui fuori dall’area server, poi salii spedita al piano dove si trovavano le camere. Sarei dovuta passare prima in infermeria da Noah, per rimettere a posto il tesserino di McKee, ma dovevo ricompormi e potevo farlo solo una volta chiusa a chiave nella sicurezza della nostra stanza.
Ora che non c’era più l’adrenalina a sostenermi, crollai. La calma che avevo indossato come una maschera si lacerò di netto, la tensione di quella situazione impossibile esplose e io caddi sul pavimento rivestito da una moquette spessa e scura. Mi stesi di schiena, con un palmo aperto sul petto. Cominciai ad ansimare forte intanto che copiose lacrime mi offuscavano la vista, prima di colare giù verso le tempie, bagnandomi i capelli.
Inviando quel messaggio d’aiuto avevo disobbedito agli ordini diretti di Tursten, e non dubitavo neanche per un istante che l’avermi beccata dove non dovevo essere l’avesse insospettito. Ma d’altronde, pur sapendo che rischiavo grosso, l’avrei fatto di nuovo. Ancora e ancora.
Non dovevo temere Gavin, ricordai a me stessa mentre incameravo grandi boccate d’ossigeno, e sì che avevo paura di tante cose.
Avevo paura dei mostri là fuori che avevano spazzato via la civiltà umana.
Avevo paura di stare male. Avevo paura di non riuscire più a respirare normalmente.
Ma più di tutto, avevo paura di morire come un topo chiuso in gabbia senza che potessi fare nulla per salvarmi, circondata da persone che disprezzavano me e la mia famiglia.

ASCOLTA LA PLAYLIST!

L’AUTRICE
Rosa Campanile è una ragazza come tante. Ama follemente la sua famiglia e i suoi due gatti, adora la buona cucina e preparare dolci per le persone che ama. La sua grande passione è la lettura e nel 2014 ha fondato il lit-blog Briciole di Parole, dove parla dei molti libri letti e dei tanti altri che le allungano la wish list. Nel 2016 ha esordito come autrice self con il romance post-apocalittico Die Love Rise, a cui ha fatto seguito la novella Dare to love e il romanzo Fight for lifeSenza fare rumore invece, è il primo volume stand-alone della serie contemporary romance Sweet Surrender, di cui sono previsti altri due romanzi in arrivo per il 2018.

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Recensione

Preparatevi ad immergervi in un'avventura che vi terrà con il fiato sospeso e gli occhi spalancati sin dalle prime pagine e per tutta la durata dell'intero romanzo.
La storia che vi aspetta non è solo una semplice storia d'amore ma è una storia di vita, di morte, di sopravvivenza, di guerra, di pace, di riscoperta delle proprie emozioni e di riconquista della propria libertà...certo c'è anche una buona dose d'amore ma non è che il dolce contorno della difficile realtà nella quale vivono i nostri protagonisti.

Il romanzo inizia presentando lo scenario apocalittico in cui il mondo è riversato nel 2090 ed è  Natalia, la protagonista della storia, a intraprendere il racconto. Sin dal primo capitolo avrete modo di conoscere questa donna impavida, determinata e coraggiosa, pronta a lottare per sé e per la sopravvivenza. Non importa quanto rischia, quanto "c'è in ballo", lei si mette in prima fila per giocare anche l'ultima cartuccia che ha a sua disposizione. Anche se poi si sentirà fragile (e lo riscontrerete diverse volte durante la lettura) lo è solo apparentemente, la sua forza viene sprigionata da ogni parte di lei, dai suoi sorrisi come dalle sue lacrime. Non potrete non apprezzarla!

A Natalia si alternano Clive e Joe. Due personaggi diversissimi tra loro ma che uniti fanno davvero faville. 

Clive è il tipico soldato da dieci e lode, quello che guida la squadra sul campo, quello che non si perde una missione per nulla al mondo anche se è la più pericolosa di sempre, quello con un fisico paura che conquista con uno sguardo e allo stesso tempo è un padre (amerete Anna Lee!) e un marito devoto e amoroso. Insomma Clive è Clive.
Ha un ruolo importantissimo nel romanzo, soprattutto nella parte che riguarda le avventure sul campo di battaglia (ma non solo) e non potrete non ammirare il suo carattere da duro dal cuore tenero. Ama la famiglia, ne è davvero legatissimo, così come ama il suo lavoro; nella storia ha il compito di "guidare" e "mediare": il suo personaggio è davvero fondamentale nella costruzione dell'intero romanzo. Sono sicura che gradirete e non poco la sua presenza e la sua personalità!

E poi Joe. "Nerd occhialuto" che sta dietro le quinte, che gestisce davanti ad un computer tutti i movimenti degli uomini sul campo e che ha un passato alle spalle che continua a non dargli tregua. Silenzioso, buon osservatore, razionale e sognatore quanto basta: sono sicura che ci impiegherà pochissimo tempo per entrarvi nel cuore. E' a tutti gli effetti il personaggio che ho amato di più. E poi sotto tutta quell'aria da genio (oddio è davvero un genio!) si nasconde un uomo passionale, un uomo in cerca di riscatto, un uomo con una voglia incredibile di amare e di essere amato.
Com'è giusto che vadano le cose Joe riuscirà a conquistare (anche se con un po' di difficoltà) il cuore di Natalia e da quel momento vedrete scoppiare tantissimi "fuochi d'artificio". Il loro amore è la prova materiale del desiderio di rivincita che entrambi vogliono prendersi sulla vita e non poteva essere altrimenti. Adorerete la loro difficile relazione in un mondo limitato, tenetelo bene a mente, circoscritto da alte mura che dividono i vivi dagli zombie mutanti e la loro continua ricerca della "normalità". Sono proprio una coppia vincente dalla quale riuscirete a staccarvi a fatica.
"All'inizio ti sembra impossibile vivere in un luogo del genere. Come fanno tutti a sembrare così tranquilli, così normali quando là fuori ci sono mostri e pericoli e morte a ogni angolo?" aveva detto. "Poi basta un gesto, un momento che fa scattare qualcosa e ti ci riabitui. Il terrore si assopisce, i pensieri si equilibrano e ti ritrovi a vivere, non solo a sopravvivere. Noi essere umani siamo così, grazie al cielo: combattiamo, cadiamo, ci rialziamo e continuiamo per la nostra strada più forti di prima."
La narrazione è fluida e scorrevole, il linguaggio utilizzato dall'autrice è semplice e le descrizioni sono dettagliate e vi permetteranno di entrare completamente nella storia coinvolgendovi a tutti gli effetti sin dalla primissima pagina.
Durante la lettura incontrerete il punto di vista di tutti e tre i protagonisti: si alterneranno le loro voci con le quali vi renderanno ancora più partecipi delle emozioni che provano e delle cose che vivono. Vi sembrerà di conoscere Natalia, Clive e Joe da sempre!

L'autrice è stata davvero una bellissima scoperta: è riuscita a creare un romance post-apocalittico capace di tenere incollato il lettore ad ogni singola pagina, alimentato da quella curiosità vorace di sapere come andrà a finire l'intera storia. E non solo... Ha sviluppato e forgiato con molta abilità la storia d'amore e passione tra Joe e Natalia e la realtà catastrofica di un futuro lontano degno di un distopico di alto livello, facendo completamente centro nel cuore del lettore.

Ho amato moltissimo la presenza sia del prologo che dell'epilogo, insomma in ogni romanzo che si rispetti dovrebbero esserci (noi lettori li apprezziamo sempre moltissimo)! Inoltre non potrete rimanere indifferenti al capitolo extra che l'autrice ci regala nonostante sia stato tagliato dal romanzo, a mio parere una scena inedita che non doveva essere assolutamente cancellata.

Insomma che altro dirvi? Che state aspettando?
Non perdete tempo e correte a leggere il romanzo, sono sicura che non ve ne pentirete!

N.

1 commento:

  1. Ciao Nicole, sono felicissima che ti sia piaciuto!!! E grazie di cuore per avermi ospitata sul tuo bell'angolino :* <3

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