mercoledì 10 luglio 2019

[Blog Tour] The Kissing Booth. La casa sulla spiaggia di Beth Reekles - Estratti

Cari Sognalettori,
vi ricordate le capriole amorose di Rochelle e Noah? Impossibile non ricordarsi di loro e del loro amore che aveva fatto battere forte il cuore di tutte noi e soprattutto dell'adolescente che c'è in me. Ebbene sì, proprio loro tornano con una nuovissima storia e naturalmente un film firmato da Netflix - che non vedo l'ora di vedere!

Proprio per pubblicizzarne l'uscita in tutte le librerie e store online è stato organizzato questo carinissimo Blog Tour al quale partecipo con una super tappa dedicata agli estratti ^-*

Ma prima di svelarvi qualche estratto ho deciso di riportarvi la trama del romanzo per incuriosirvi un po' e farvi correre in libreria ad acquistarlo *-*

The Kissing Booth. La casa sulla spiaggia
Beth Reekles

Ci sono baci che non significano niente. E baci che cambiano tutto. Tornano Rochelle, Noah e Lee, gli indimenticabili protagonisti di The kissing booth. Finalmente è arrivata l’estate, e per Rochelle e il suo migliore amico Lee significa solo una cosa: la casa sulla spiaggia. È lì che hanno trascorso tutte le vacanze da quando sono nati, ed è lì che non vedono l’ora di tornare. Però quest’anno le cose saranno un po’ diverse: tanto per iniziare ora Rochelle è la ragazza di Noah, il fratello maggiore di Lee. E poi sarà l’ultima volta che si troveranno tutti insieme sotto lo stesso tetto. Perché Noah è in partenza per il college. Tra baci rubati, partite a pallavolo sulla spiaggia, e passeggiate al chiaro di luna, per Rochelle questa sarà sicuramente un’estate indimenticabile. Uno straordinario fenomeno del web che ha conquistato oltre 19 milioni di lettori e che è diventato anche un grande film su Netflix.
Passiamo ora a qualche estratto ^-*

Avevo sempre passato l’estate in riva all’oceano, nella casa sulla spiaggia della famiglia Flynn. Trascorrere lì quei mesi era un sogno. 
Preparare i bagagli per la partenza, però, era un incubo. E quell’anno non era diverso dagli altri. 
Quando era mia madre a farlo per me, quand’ero una bambina che non sapeva di cos’avrebbe avuto bisogno e nemmeno se ne preoccupava, era tutto più semplice. Adesso, invece, dovevo impegnarmi… Per poi perdere la pazienza ogni dieci minuti, rovesciare la valigia e ricominciare da capo. 
Era mercoledì mattina tardi, la vigilia della partenza, e mio padre mi raggiunse in camera con una bibita fresca. «Sembra che qui dentro sia scoppiata una bomba!» commentò ridendo. 
«Odio fare i bagagli.» «Non dimenticare di prendere il doposole.»  «Sì, okay, va bene!» Come se me lo potessi dimenticare: l’anno precedente mi ero scottata così tanto le gambe da non riuscire neppure a sedermi per due giorni. Mio padre osservò la stanza, scosse la testa e mi abbandonò nel bel mezzo di quel delirio. 
Alla fine infilai in valigia le solite cose: un sacco di costumi da bagno, infradito e cappelli di paglia, oltre a canottiere, magliette e shorts. Misi dentro anche l’abitino giallo che le mie amiche mi avevano convinto a comprare durante una sessione di shopping. Non si sa mai, mi dissi. 
Quell’anno stavo faticando persino più del solito a preparare la valigia perché adesso avevo un ragazzo con cui avrei trascorso le vacanze. Conoscevo Noah e Lee Flynn da sempre; Lee era il mio migliore amico, ma negli ultimi mesi Noah aveva smesso di essere semplicemente il suo fratello maggiore per diventare, be’… il mio ragazzo.
«Ciao a te» sussurrò, sorridendo contro le mie labbra. «Allora, ti posso aiutare con la valigia?» 
«È tutta tua, Superman.» Non potei trattenermi dal fare quella battuta. Poco prima che cominciassimo a frequentarci, l’avevo beccato con dei boxer di Superman addosso e lui si era imbarazzato un sacco. Noah Flynn, il bad boy della scuola, lo stupido con cui litigavo in continuazione… portava le mutande di Superman. Si irritava ogni volta che glielo ricordavo, però a volte non riuscivo proprio a tenere la bocca chiusa. 
Mi diede un bacio sulla guancia, poi sollevò la valigia dal bagagliaio e mi seguì sui gradini della veranda. La vernice in quel punto si seccava e si staccava di continuo, malgrado tutte le volte in cui i genitori di Lee ci avevano dato venti dollari per ridipingere le pareti esterne. La panchina accanto alla porta scricchiolava come se fosse sul punto di rompersi non appena qualcuno ci si sedeva sopra; la sfiorai con le dita prima di entrare. 
La casa sulla spiaggia aveva molte stanze, ma erano tutte piccole e vicine le une alle altre. I mobili erano gli stessi da anni, alcuni risalivano addirittura alla nostra infanzia. All’esterno c’era una piscina e il tavolo a cui cenavamo quando non pioveva, oltre a un sentiero sempre invaso dalle erbacce che conduceva al mare. Quel posto era l’esatto contrario dell’abitazione ordinata, immacolata e moderna che la famiglia Flynn aveva in città. E ci piaceva così com’era: un po’ vecchia, vissuta, accogliente e familiare. Ai miei occhi, era assolutamente perfetta.
«Ti ucciderò per questo, Noah Flynn!» urlai nuotando verso il bordo della piscina. «Adesso dovrò lavarmi di nuovo i capelli e…» 
Lui si chinò su di me e mi interruppe dicendo: «Sei sexy quando ti arrabbi». 
Lo fissai a lungo e poi gli schizzai dell’acqua in faccia. Lui ridacchiò e, anche se forse al buio non mi vedeva, alzai gli occhi al cielo. «Mi aiuti?» chiesi, tendendogli una mano. Sott’acqua, puntai i piedi contro il bordo della piscina. 
Lui fece per dire qualcosa, ma si fermò e mi prese la mano per tirarmi fuori. Io non persi tempo e gli diedi uno strattone, cercando di fargli perdere l’equilibrio. Probabilmente immaginava quali fossero le mie intenzioni, però speravo di riuscirci lo stesso… Mi sarei vendicata! 
Purtroppo Noah si rivelò più forte di quanto credessi, e non si mosse di un millimetro. Rimase immobile e mi tirò fuori dalla piscina, come fossi un pesce e la sua mano una canna da pesca.
«Una gara, eh? E che premio vincerò?» 
«Be’, prima devi battermi.» 
«Mi verrà di sicuro in mente qualcosa» disse lui facendomi l’occhiolino e mostrandomi il lato arrogante del suo carattere che conoscevo bene. Un tempo mi chiedevo come mai le ragazze cadessero ai suoi piedi di fronte a quell’atteggiamento, ma ormai subivo anch’io il suo fascino. Lasciò cadere il telefono sull’asciugamano, poi lanciò gli occhiali da sole. «Tre» disse, «due…» 
Scattammo entrambi prima della fine del conto alla rovescia, sapendo che l’altro avrebbe fatto lo stesso. Sul mio viso comparve un grande sorriso, che si trasformò subito in una risata mentre correvo sulla spiaggia e il vento mi spettinava i capelli. I miei piedi scivolavano sulla sabbia asciutta e fine; in quella sfida con Noah, mi sentivo di nuovo una bambina. Adoravo quella sensazione… e adoravo lui. Ma in quel momento volevo solo vincere. 
Ero in testa. Quando mi girai a guardarlo, vidi che era a pochi passi da me. La sabbia cominciò a diventare più umida e solida e mi dissi che avrei vinto la gara senza problemi. 
Stavo per arrivare all’acqua e… 
In quell’istante Noah mi superò e si voltò verso di me, sorridendo, con il mare che gli lambiva le caviglie. Mi fermai di colpo sul bagnasciuga, sconvolta all’idea di aver perso all’ultimo secondo. 
«Non è giusto» mi lamentai. 
Lui rise di gusto. «Ho vinto rispettando le regole, Shelly» mi provocò usando il soprannome che odiavo. «Quindi dovrai pagare una penitenza.»
Mi scostai quanto bastava per dargli una spinta al petto, ma sul mio viso comparve un accenno di sorriso, un sorriso sincero, stavolta. «Già… dimenticavo che sei spietato e pericoloso.» 
«Certo che l’amore può rovinare la reputazione di un ragazzo, eh?» Mi diede il milionesimo bacio di quella mattina. 
Se quell’estate le cose non fossero state tanto diverse, il fatto che si allontanasse per qualche giorno non mi avrebbe turbato così tanto. Potevo sopravvivere lontana da lui per un breve periodo, non era quello il problema. 
Il problema era che mi sembrava sbagliato. Noah e suo padre sarebbero partiti prima di noi, e non era affatto giusto. 
Nelle estati trascorse alla casa sulla spiaggia eravamo stati sempre tutti insieme, dimenticandoci per un po’ della vita quotidiana. Non era previsto che quel periodo venisse bruscamente interrotto dalle visite ai campus universitari. Mi sembrava una cosa da… adulti.

Spero di avervi incuriosito con questi estratti *-* e vi invito a seguire tutte le tappe del Blog Tour per conoscere qualche particolare in più di questo libro che corro a leggere immediatamente!
Buona Lettura!
N.

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