venerdì 12 ottobre 2018

[Recensione] "La distanza tra me e il ciliegio" di Paola Peretti

Cari Sognalettori, 
oggi vi parlo con moltissimo entusiasmo del romanzo d'esordio di Paola Peretti, edito da Rizzoli
La sua determinazione l'hanno portata a raccontare una storia fuori dal comune che sono sicura saprà conquistarvi!

La distanza tra me e il ciliegio
Paola Peretti




Editore: Rizzoli
Prezzo: Rigido 18,00€ Ebook 9,99€
Pagine: 222
Terminato di leggere il: 25/09/2018

Trama: Mafalda ha nove anni, indossa un paio di spessi occhiali gialli e conosce a memoria Il barone rampante di Italo Calvino. Scappa dai professori arrampicandosi sul ciliegio all'entrata della scuola insieme a Ottimo Turcaret, il fedele gatto che la segue ovunque. Su quel ciliegio, sogna perfino di andarci a vivere, ma tra pochi mesi non lo potrà più vedere perché i suoi occhi si stanno spegnendo e un po' alla volta, giorno dopo giorno, diventerà cieca. È una bambina curiosa e l'idea di rimanere al buio la spaventa: per questo tiene un diario in cui annota le cose che non potrà più fare, come contare le stelle e giocare a calcio con Filippo, il bullo della classe che parla solo con lei. Grazie all'aiuto della sua famiglia e dei suoi amici, Mafalda capisce che un altro modo di vedere è possibile. Impara a misurare la distanza dal ciliegio accompagnata dal profumo dei fiori e comincia a scrivere un nuovo elenco: quello delle cose a cui tiene e che riesce ancora a fare. Questa è la storia di Mafalda, ma è anche quella di Paola Peretti, una scrittrice dalla forza contagiosa, che ha voluto scrivere il suo primo romanzo quando ha saputo di avere una grave malattia agli occhi. La distanza tra me e il ciliegio, ancora prima della pubblicazione, è stato tradotto in 20 Paesi diventando un caso editoriale internazionale. Un libro che ci insegna a vedere ciò che ancora non esiste, a lottare per i propri sogni.

Recensione

Non ci sono premesse adeguate per parlarvi di questa storia, sappiate solo che è una di quelle storie capaci di tenervi incollati alle pagine del libro e in grado di catturare tutta la vostra attenzione. È una storia che riesce a emozionare e a far riflettere sulla vita e su ciò che è davvero essenziale per ciascuno di noi. E l'autrice lo fa con un'abilità e una trasparenza degna di nota, non gira intorno ai problemi ma va direttamente al centro del bersaglio, riuscendo a regalarci una lettura che non dimenticherò tanto in fretta. E come ogni libro - permettetelo, in questo più che in ogni altro libro! - l'autrice ha lasciato una parte considerevole di sé stessa consegnando alla protagonista l'onere e l'onore di affrontare problematiche pesanti con quella leggerezza unica dei bambini. 

Mafalda, la protagonista della storia, è una bambina di 9 anni con una grave malattia agli occhi degenerativa che la porterà nel giro di brevissimo tempo a perdere completamente la vista. Dal momento in cui si presenterà non riuscirete a fare a meno di pensare, con il sorriso sulle labbra, ad una bambina con addosso gli occhiali gialli più strani del mondo, ma Mafalda è molto di più. 
Trova la tua rosa, Mafalda. Il tuo essenziale. Una cosa che puoi fare anche senza gli occhi.
È una bambina che non ha paura, che affronta con maturità una situazione che diventerà presto permanente, che tiene un preziosissimo quaderno nel quale annota tutte le cose a cui tiene tantissimo e che non potrà più fare quando perderà la vista, ma è anche quella che progetta una fuga da casa per trasferirsi sul ciliegio della scuola, che sta imparando a leggere il brail e che sogna di fondare una band con il suo amico Filippo! É un personaggio forte e determinato tutto da scoprire. È una che non ha quasi mai paura - nonostante la giovane età - e che cerca di assorbire tutto e di più da questo mondo che presto non riuscirà più a vedere. Le domande che, incuriosita, farà ai genitori serviranno come spunto per riflessioni personali come ad esempio: "Quando sarò al buio mi manderete a scuola di colori?"...Bella domanda... 

Il viaggio che farete insieme a Mafalda è nulla se considerate i pensieri che depositerà dentro di voi, é come se i ruoli si fossero invertiti e siano lei e la sua spensieratezza ad accompagnare il lettore in un viaggio interiore di crescita anziché il contrario. 
E' che quando ti innamori non è che ci vedi meglio, ma hai meno paura di andare a sbattere.
Sono diversi gli argomenti difficili e di un certo peso che vengono toccati dall'autrice e quindi dalla piccola Mafalda, come la perdita della nonna Alba che secondo lei è finita nel tronco del ciliegio e la malattia della bidella, Estella, che alla fine la lascerà per raggiungere la nonna ma anche la problematica del divorzio vissuto sulla pelle di Filippo. La semplicità con cui la piccola Mafalda affronta tutto ciò è simbolo di quanto in realtà riesca ad essere profonda e matura, anche se troppo per una bambina della sua età. Quando sente che la malinconia la sta per travolgere pensa a qualcosa di positivo, come le ha insegnato Estella, e tutto passa. 

Ogni personaggio che incontrerete avrà un ruolo ben preciso all'interno della storia e avrà tutte le carte in regola per diventare quel qualcosa di essenziale senza il quale non si può vivere. 
A fare da sfondo a tutto questo ci sono due libri che amo da sempre "Il barone rampante" di Italo Calvino - non è un caso che Mafalda abbia deciso di andare a vivere sul ciliegio del cortile della scuola! - e "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry. Mafalda, grazie agli importanti insegnamenti di Estella, scopre questo libro che le sarà d'aiuto per distinguere quello che è essenziale da quello che non lo è... "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi." 

Ed è proprio con la pace nel cuore che Mafalda si prepara al buio completo che la circonderà per sempre: non so voi, ma io sarei completamente impazzita mentre Mafalda ci insegna che stare al buio, con gli occhi chiusi, non le impedisce di vivere ma di avere una percezione diversa del mondo che la circonda, continua a sentire il profumo dei fiori di ciliegio, a correre con il suo amico Filippo, ad ascoltare il suo romanzo preferito, a cantare nella sua band (che per il momento è ancora un duo!). 

L'importanza della vita viene esaltata in ogni singola pagina di questa storia e vi entrerà nel cuore! 
La mamma entra nella mia stanza e allora alzo appena appena le ciglia per vedere com'è fatta una mamma al buio. Prima arriva il suo profumo di ghiacciolo alla menta. Poi vedo la sua ombra dai capelli lunghi, senza faccia e con i vestiti neri pieni di notte, che è un po' più scura della mia camera senza luce. E' strano, credevo che al buio tutto fosse nero e basta. Invece le mamme riescono a farsi vedere anche nel buio più buio.
Il linguaggio utilizzato è semplice e quotidiano. Il ritmo della narrazione è fluido e incalzante, tanto che non riuscirete a staccarvi dalla storia sino alla sua conclusione. Le descrizioni di fatti e personaggi sono dettagliate e minuziose, tanto che vi basterà leggere il primo capitolo per sentirvi parte integrante del romanzo. 

L'autrice è stata una bellissima scoperta, il suo stile è fresco e frizzantino e la storia, benché tratti argomenti difficili e pesanti, non ne risente minimamente anzi incuriosisce il lettore che ne resta coinvolto nel più profondo. Inoltre saperla così vicina alla protagonista della storia mi ha permesso di immergermi ancora di più nella storia stessa, spero davvero che stia vivendo questa esperienza proprio come Mafalda con tanta forza, determinazione e coraggio! Spero che il tempo ci conceda la possibilità di leggere qualche suo altro lavoro perché Paola ha davvero tanto da dare ai lettori, anche ai più difficili. 

Se avete voglia di fare un viaggio introspettivo accompagnati dalla bambina con gli occhiali più buffi di sempre questa è la storia che fa per voi... E non temete, ogni tanto chiudete gli occhi e fate giudicare dalla vostra anima cosa sia davvero essenziale per voi. Lei non si sbaglierà. 

Assolutamente consigliato!
N.

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